La nuova normativa per la qualità delle acque destinate al consumo umano: Decreto 18/2023

 

In attuazione della direttiva (UE) 2020/2184 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 dicembre 2020, concernente la qualità delle acque destinate al consumo umano, è stato emanato il decreto legislativo n. 18 del 23 febbraio 2023.

 Gli obiettivi del Decreto sono:

  • la protezione della salute umana dagli effetti negativi derivanti dalla contaminazione delle acque destinate al consumo umano, assicurando che le acque siano salubri e pulite, 
  • il miglioramento dell’accesso alle acque destinate al consumo umano.

Nell’ambito della normativa si segnala il comma 4 dell'articolo 9 che prevede uno specifico obbligo di formazione a cura delle Regioni in coordinamento con il ministero per i gestori dei sistemi idrici interni, gli idraulici e per gli altri professionisti che operano nei settori dei sistemi di distribuzione idrici interni.

In ogni caso l’articolo 25 precisa con chiarezza che dal 21 marzo 2023 (data di entrata in vigore della nuova normativa), il Decreto legislativo 2 febbraio 2001, n. 31, è abrogato e i rinvii operati dalla normativa vigente a tale decreto legislativo si intendono riferiti alle corrispondenti disposizioni del Decreto n. 18/2023.

 

L'articolo 4 del Decreto mette in evidenza che le acque destinate al consumo umano devono essere salubri e pulite, non devono contenere microrganismi, virus e parassiti, né altre sostanze in quantità tali da rappresentare un potenziale pericolo per la salute umana e devono soddisfare i requisiti minimi stabiliti dall'allegato I, parti A, B, C del Decreto. 

Quest’ultimo chiarisce che, salvo comprovate cause di forza maggiore, ivi inclusa la documentata impossibilità del di accedere o intervenire su tratti di rete idrica ricadenti in proprietà privata, la responsabilità del gestore idrico integrato si estende fino al punto di consegna, cioè il punto in cui la condotta di allacciamento idrico si collega all'impianto o agli impianti dell'utente finale (sistema di distribuzione interna), cioè in corrispondenza del misuratore dei volumi (contatore).

 

 

 

 

 

A Firenze il condominio "ZEN" dove non si litiga!
 

Defibrillatori nei condomini: arriva una proposta di legge

 

Previsto un contributo statale per agevolare l’acquisto dei defibrillatori nei condomini

 

 

Fino ad oggi l’obbligo della presenza dei defibrillatori era stato introdotto dal Decreto Balduzzi, la legge, entrata in vigore il 1° luglio 2017, che ha imposto la presenza dei defibrillatori semiautomatici esterni (DAE) in tutti gli impianti sportivi in cui si pratichi attività fisica ad elevato impegno cardiocircolatorio, sia di società sportive professionistiche che dilettantistiche.

 

Sulla scia della normativa Balduzzi, le regioni, alle quali è comunque stato demandato il compito di garantire la diffusione dei defibrillatori non ospedalieri, nonché di predisporre programmi di formazione e corsi di addestramento BLS-D per i soccorritori non medici, hanno portato avanti proprie iniziative prevedendo la possibilità di dotare, ad esempio, anche alcuni stabilimenti balneari di tale dispositivo salvavita.

 

La proposta di legge per cardio-proteggere i condomini ha ad oggetto un contributo statale per agevolare l’acquisto dei DAE e una riduzione dell’IVA dal 22% al 4% in condomini con più di dieci unità abitative.

 

In questa proposta, presentata alla Camera il 29 Settembre scorso, si legge che in Italia le vittime di arresto cardiaco sono circa 70.000 all’anno e oltre l’80% dei decessi avviene lontano da ospedali e strutture sanitarie: a casa, sul lavoro, per strada, nel tempo libero.

 

Ciò è dovuto, nella maggior parte dei casi, al tempo di intervento dei soccorritori che, mediamente, si aggira attorno a 12-15 minuti: un tempo lunghissimo se si pensa che per ogni minuto che passa la percentuale di sopravvivenza si abbassa del 10% circa.

 

È indubbio, dunque, che garantire un ambiente cardio-protetto e, quindi, un intervento tempestivo in emergenza è di fondamentale importanza.

 

 

I contenuti essenziali della proposta di legge, presentata alla Camera e assegnata in questi giorni alla Commissione Affari Sociali, con firmatario Filippo Gallinella del Movimento 5 Stelle, sono:

 

1) agevolazioni fiscali, pari a una detrazione del 50% del costo di acquisto, per i condomini che decidano di dotarsi di un DAE. Tali agevolazioni saranno elargite attraverso un fondo di 5 milioni di euro (articolo 2) istituito presso il Ministero dell’economia e delle finanze;

 

2) documentazione che attesti la partecipazione di almeno un residente ogni dieci del condomino, di età non inferiore a 16 anni, a un corso BLS-D, secondo quanto disposto dalle «Linee-guida per il rilascio dell’autorizzazione all’utilizzo extra ospedaliero dei defibrillatori semiautomatici», nonché dal decreto interministeriale 18 marzo 2011. Tale documentazione è importante per accedere al fondo (art. 3);

 

3) modifica alla tabella A, parte II, allegata al decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, con lo scopo di ridurre dal 22% al 4% l’aliquota dell’IVA sui DAE, equiparandoli agli altri dispositivi medici elencati nella stessa tabella A (art. 4);

 

4) campagna di sensibilizzazione sulla legge e sull’importanza del primo soccorso in emergenza da parte del Ministero della salute, di concerto con il Ministero dell’economia e delle finanze (art. 5).

 

 

 

 

 

 

AQP, il contatore ora è smart:

al via il progetto contatori intelligenti

Primo progetto in Italia per numero ed estensione territoriale

 
Nei prossimi mesi Acquedotto Pugliese avvierà un piano decennale di sostituzione dell'intero parco contatori, costituito da un milione di apparecchiature, con contatori intelligenti gestiti in telelettura, per un investimento annuo di 15 milioni di Euro.
 
Il nuovo progetto di telelettura targato AQP si chiama Smart Metering AQP e ha come ambizioso obiettivo la gestione di tutti i nuovi misuratori installati mediante un'infrastruttura di comunicazione che operi nel modello dell'Internet of Things.
 
Smart Metering AQP porterà con sé numerosi vantaggi: dai nuovi servizi smart, quali, ad esempio, l'accesso ai consumi attraverso apparecchiature mobile, alla fatturazione a conguaglio, fino all'ottimizzazione della gestione delle reti idriche, contribuendo così alla riduzione delle perdite.
 
"Agevolare la vita dei nostri clienti, rendere più semplici e fruibili i nostri servizi è uno degli obiettivi che ci sta a cuore – commenta il Presidente di AQP, Simeone di Cagno Abbrescia. Progetti della portata di Smart Metering rappresentano una risposta concreta alle crescenti esigenze dei nostri clienti".
 
"Il progetto Smart Metering porterà ad un cambio di rotta nelle attività di gestione della risorsa, rispondendo alle esigenze di efficientamento della infrastruttura – sostiene l'Amministratore Delegato di AQP, Nicola De Sanctis".
 
Al fine di verificare l'interesse degli operatori economici e approfondire le migliori tecnologie disponibili, AQP ha avviato una Consultazione di mercato sullo Smart Metering IoT. Si tratta di un confronto tecnico e tecnologico non vincolante con gli operatori economici interessati, come previsto dall'art. 66 del Codice Appalti.
 
L'avviso di Consultazione preliminare di mercato e le istruzioni per partecipavi sono pubblicati sul portale acquisti aziendale https://appalti.aqp.it/web/gare.html nella sezione "Bandi e Avvisi in corso". Tutti gli operatori economici interessati al progetto sono invitati a partecipare, iscrivendosi entro il prossimo 10 ottobre.
 
Le tecnologie di Smart Metering, testate da AQP in diversi progetti pilota negli ultimi anni, sono ormai mature e consolidate. Diversi i progetti sviluppati, tra cui Unico, di telegestione multiservizio realizzato con e-distribuzione, ReteGas Bari e Comune di Bari.
 
Sfruttare appieno le potenzialità dello smart metering renderà le reti intelligenti, ottenendo così benefici in termini di efficienza, sostenibilità e qualità del servizio agli utenti.
 
 
 
 
 
 

 

Sentenza dà ragione al condominio che non fa bene la raccolta differenziata e cancella la multa

 

Le multe ai condomini che non fanno la raccolta differenziata o la fanno male? Rischiano di diventare carta straccia. A sancirlo è una recente sentenza del tribunale di Torino: il 30 marzo 2017 gli agenti della polizia locale di Rivoli elevano una multa da 300,00 euro ad un condominio perché la racconta differenziata non viene fatta a norma. Il condominio si affida ad un legale ed arriva il ricorso.

Arriva la sentenza senza precedenti: il giudice il 1° marzo scorso dà ragione al condominio, in quanto la responsabilità di chi commette un’infrazione è personale, inoltre il condominio non è obbligato a vigilare sui bidoni e su cosa vi viene conferito all’interno.

Conclusione: niente multa per chi non fa bene la raccolta differenziata dei rifiuti!  

 

Il sindaco  

"Certo che abbiamo valutato la strada del ricorso in appello, ma il rischio di perdere è troppo elevato e noi come ente non possiamo affrontare un giudizio sapendo già di poter soccombere. E così abbiamo deciso di non ricorrere".

Ma il problema non si ferma qui: "Da oggi saremo senza armi contro i cittadini incivili, contro coloro che non rispettano l’ambiente e la comunità in cui vivono ed in definitiva non rispettano neanche loro stessi". Non solo: "Questa sentenza fa giurisprudenza - afferma preoccupato - e lo fa a svantaggio di tanti comuni come il nostro". E poi spiega il perché delle sanzioni e la filosofia che stava dietro (il tempo passato ci sta tutto).

"Noi quando dimostravamo rigore contro chi sbagliava non lo facevamo per imperversare contro il povero cittadino, ma colpivamo il poco virtuoso per un senso di giustizia nei confronti di chi virtuoso lo è". 

 

Il ricorso in appello

Proprio per questo hanno tentato fino all’ultimo di fare ricorso in appello. "Ed ora, se non cambia la legge - spiega Massimo Fimiani assessore all’Ambiente - saremo in balìa del senso civico della gente. Insomma, chi lo ha continuerà a fare la raccolta differenziata con cura, ma chi non lo ha noi non potremo punirlo". Dessì su questo tema perde l’Aplomb. "Insomma, da un lato lo Stato ci impone di raggiungere il 65 percento di raccolta differenziata - dice a denti stretti - e poi ci lascia senza strumenti per sanzionare gli incivili. Ma che senso ha? Noi spendiamo tempo e denaro dei cittadini per mettere contenitori di varia tipologia, per fare campagne di informazione e di sensibilizzazione nelle scuole e nei quartieri e poi contro il maleducato e l’incivile restiamo disarmati".

 

 

 

 

 


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